LE CENE DI SAN GIUSEPPE A SALEMI

"Cene di San Giuseppe" by Carlo Columba is licensed under CC BY-SA 2.0

Salemi, in provincia di Trapani, è uno dei borghi più belli d’Italia ed è famoso anche per le “Cene di San Giuseppe”. Si tratta di un rito popolare che si svolge il 19 marzo ed è così chiamato per ricordare l’ultima cena di Gesù con gli apostoli.

In questa giornata i devoti sono soliti chiedere una grazia al Santo degli orfani e dei poveri, o manifestare la loro gratitudine per una preghiera esaudita.

A tal fine allestiscono altari, denominati “Cene”, in cui vengono esposti pani con forme particolari e organizzano sontuosi pranzi per tre bambini del paese, definiti “santi” o “virgineddi”, che simboleggiano la Sacra Famiglia. In alcuni casi essi possono essere sei: i tre che si aggiungono rappresentano la Sacra Famiglia di Sant’Anna, San Gioacchino e Maria. La festa di San Giuseppe deve essere considerata non soltanto la festa del pane, del raccolto e dei lavoratori ma anche quella della famiglia.

INDICE

  1. L’allestimento delle Cene di San Giuseppe
  2. La preparazione dei “Pani dei Santi”
  3. Il banchetto
  4. Quiz

L’ALLESTIMENTO DELLE CENE DI SAN GIUSEPPE A SALEMI

A Salemi, nel giorno di San Giuseppe gli uomini si occupano di allestire le “Cene di San Giuseppe” nelle loro case. Per la struttura vengono utilizzati legno o ferro e delle canne che si intrecciano verso l’alto formando una cupola. Tutto viene adornato con mirto, agrumi, rami d’alloro e piccoli pani appesi con un filo di cotone.

Al centro del tempio viene realizzato un altare, composto da tre ripiani, ricoperto di tovaglie di lino bianco ricamato. Sulla parete che fa da sfondo si appende un quadro che raffigura la Sacra Famiglia. Su ciascun ripiano vengono disposti i “Pani dei Santi”, in numero variabile in base ai “santi” invitati al banchetto, alternati ad oggetti di diverso significato come vino, candelabri, lumini, vasi con fiori, frutta ecc.

Ai piedi dell’altare, invece, si trovano i simboli dei sepolcri pasquali: un agnello di pane, di gesso o di cartapesta; un anfora colma di acqua; un asciugamano bianco disposto a forma di “M” e piatti con germogli di frumento.

CENE DI SAN GIUSEPPE A SALEMI: LA PREPARAZIONE DEI “PANI DEI SANTI”

I pani votivi, tipici di questa festa, vengono realizzati dalle padrone di casa con l’aiuto di vicine, parenti e amiche. Alcuni giorni prima dell’evento le donne cominciano ad impastare farina, acqua, sale. Ottengono, così, un composto malleabile da dividere in più parti al fine di realizzare tanti pani di forme e dimensioni diverse. Esse richiamano antichi simboli religiosi, agrari ecc. che descrivono: la Passione di Cristo, la vita di Giuseppe e Maria, il rapporto tra uomo e Dio e la storia della creazione.

SIMBOLOGIA E DISPOSIZIONE DEI PANI

Tra le forme dei pani legate alla simbologia della volta celeste vi sono: il sole che rappresenta Dio; la luna che rappresenta la Madonna e la stella o la cometa della natività.

PANI DISPOSTI SUI RIPIANI DELL’ALTARE

Procedendo dal basso verso l’alto, sul primo ripiano dell’altare si posizionano i pani di dimensioni maggiori:

  • Al centro vi è il Cucciddàtu”destinato al bambino che impersona Gesù Bambino che ha la forma del sole per simboleggiare la luce divina. Esso è decorato sia con simboli dell’infanzia di gesù (la camicia, simbolo della sua povertà e il gelsomino, il suo fiore preferito) sia i simboli della Passione (i chiodi, il martello, il sudario, le spighe e l’uva, segno del corpo e del sangue di Cristo) e presenta, inoltre, altri elementi tra i quali spicca la lettera “G”.
  • A destra si trova un grande pane chiamato Parma, in ricordo della palma da datteri che durante la fuga in Egitto si piegò per ristorare la Madonna. È  destinato alla bambina che rappresenta Maria e viene decorato con una rosa e un fiocco legato, simboli di purezza, alcuni datteri ed una grande “M”.
  • A sinistra si colla il “Vastùni”, pane a forma di bastone ricurvo, destinato al bambino che interpreta S. Giuseppe. In esso sono raffigurati: un giglio, simbolo di purezza, gli strumenti da lavoro usati dal Santo e la “G” di Giuseppe.

Sul secondo ripiano dell’altare vengono collocati gli stessi pani ma di dimensioni ridotte. Infine, sul terzo ripiano si trovano: un pane a forma di “Spéra” (ostensorio), simbolo dell’Eucarestia; uno a forma di Calice e due a forma di angeli intenti a pregare.

PANI DISPOSTI INTORNO ALL’ALTARE

Attorno all’altare, sotto il primo ripiano o sulla cupola, si posizionano: il pane a forma di croce, simbolo di salvezza; un altro piccolo pane a forma di gallo, più sopra, per ricordare il suo canto quando Pietro rinnegò Gesù; due scale disposte intorno alla croce; i tre chiodi, il martello, la lancia, la tenaglia e la canna con la spugna, simboli della Passione di Cristo, collocati immediatamente sotto la croce.

E ancora: una grande aquila, segno della resurrezione; due colombe, segno di pace e i monogrammi di Maria e Giuseppe. Accanto alla “M” si dispongono “l’angelo annunziatore” e tanti altri piccoli pani come quello a forma di rosa, che simboleggia la purezza. Accanto alla “G”, si collocano gli arnesi di lavoro del “carpentiere”: l’ascia, la sega, la pialla, i chiodi, il martello etc.  

Tantissimi altri “panuzzi” a forma di fiori, frutta, ortaggi e animali (ad esempio il pavone che rappresenta la bellezza del creato e l’agnello che è un richiamo alla Pasqua) vengono appesi tra rami e foglie per rappresentare l’abbondanza e la generosità della terra.

Per scoprire qualche altra curiosità sulla tradizione del pane in Sicilia vi rimando al blog SiciliaFood!

CENE DI SAN GIUSEPPE A SALEMI: IL BANCHETTO

Oltre ai pani, nei due giorni precedenti la festa di San Giuseppe, la padrona di casa prepara una grande varietà di pietanze: secondo la tradizione, non devono essere inferiori a 19 e possono arrivare a 101. Si utilizzano ingredienti “poveri” come cereali, verdure e ortaggi (in particolare i carciofi), uova, frutta, agrumi, pesci, dolci e vari alimenti di stagione. Non sono mai presenti piatti a base di carne per via del periodo di quaresima.

Il banchetto viene allestito nella stessa stanza in cui è stata costruita la “Cena”. Dopo la benedizione delle vivande da parte del sacerdote, il padrone di casa lava e bacia le mani dei tre o sei bambini (come Gesù lavò i piedi agli Apostoli) e verso mezzogiorno ha inizio il pranzo.

La tradizione vuole che il bambino più piccolo tagli una fetta di pane: se grande sarà segno di un ricco raccolto, altrimenti simboleggerà una cattiva annata. Il pranzo si conclude con il piatto tipico della “Cena di San Giuseppe”: spaghetti conditi con mollica di pane mescolata con olio d’oliva, zucchero, cannella e prezzemolo tritato.

La “pasta con la mollica” viene offerta a tutti i visitatori. Infatti, fino a tarda sera si usa fare il giro delle case, dove sono state allestite le “Cene”, per recitare le “parti di San Giuseppe”: si tratta di preghiere e antichi canti popolari in dialetto eseguiti davanti agli altari. L’atmosfera di festa è rallegrata dal suono di fisarmoniche, mandolini o zufoli da parte dei “musicanti”.

QUIZ

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Fonti:

https://www.theworldofsicily.com/eventi-in-sicilia/festa-dei-pani-di-san-giuseppe-salemi/

https://www.guidasicilia.it/rubrica/salemi-e-le-cene-di-san-giuseppe/3007910

https://www.diocesimazara.eu/san-giuseppegli-altari-e-i-pani-simboli-di-una-sacralita-nella-tradizione/8430/

2 Comments

  1. Gabriella

    Articolo molto interessante! Non conoscevo questa usanza! Molto carino anche il quiz a fine articolo 😊

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  2. Stefano

    Ad essere del tutto sincero non conoscevo per nulla questa tradizione ed ho trovato l’articolo molto esaustivo nel trattare l’argomento. Hai raccontato tutto nei dettagli e con un pizzico di immedesimazione sembra quasi di essere li. Ottimo articolo secondo me, tornerò presto a leggerti per scoprire nuove tradizioni/feste che non conosco. A presto!

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