LA SETTIMANA SANTA A CALTANISSETTA

Settimana Santa a Caltanissetta

La Settimana Santa a Caltanissetta è un susseguirsi di riti e manifestazioni ove storia, arte, fede e tradizione si intrecciano armoniosamente. Durante quei giorni la città assume un volto diverso: le vie del centro, in particolare, si animano, si affollano di nisseni e turisti e si trasformano in luoghi di incontro e di condivisione fino a tarda notte.

INDICE

  1. Domenica delle Palme: Processione di Gesù Nazareno
  2. Mercoledì Santo: Real Maestranza e Processione delle Varicedde
  3. Giovedì Santo: Processione delle Vare
  4. Venerdì Santo: Processione del Cristo Nero

DOMENICA DELLE PALME

PROCESSIONE DI GESÙ NAZARENO

Le celebrazioni della settimana Santa a Caltanissetta si aprono con la processione di Gesù Nazareno che sfila per le principali vie del centro storico durante il pomeriggio della domenica delle palme.

Proprio le palme, insieme ai ramoscelli d’ulivo e a fiori di svariati colori, adornano la “barca” sulla quale viene collocato il simulacro del Cristo Benedicente. L’idea della barca deriva dalla rappresentazione di Gesù come un pescatore di anime. Per i nisseni è la processione de “U’ Signuri da Varca” (il Signore della barca), nata secoli fa per volere dei contadini, estromessi dalle processioni della Settimana Santa.

Più precisamente, questa processione fu introdotta nel 1870, sostituendo “u sepulcru di sciuri” (il sepolcro di fiori) che fino all’anno precedente veniva portato in corteo per le vie della città giungendo, infine, dinnanzi alla Cattedrale di Caltanissetta. Si trattava di un’urna contenente il corpo di Gesù e addobbata con moltissimi fiori, coltivati con cura dai contadini.

Oggi sono ancora i contadini ad occuparsi della decorazione della barca: nei giorni precedenti la Domenica delle Palme, essi raccolgono i fiori tipici del periodo come mimose, margherite, ciclamini, gerbere, fiori di campo e un fiore tipico locale detto “abbarcu”.

SETTIMANA SANTA A CALTANISSETTA: MERCOLEDÌ

LA REAL MAESTRANZA: STORIA

Per comprendere tale processione bisogna fare qualche passo indietro. Nella seconda metà del XVI secolo, al fine di proteggere in modo più efficace i confini siciliani dalle invasioni dei turchi, il viceré della Sicilia Juan de Vega, decise di formare un esercito siciliano accanto a quello spagnolo.

A Caltanissetta furono le corporazioni di artigiani a comporre la nuova milizia. Poiché essi non possedevano una divisa militare prendevano parte alle processioni o ad altri eventi di una certa importanza vestiti di abiti scuri che, la maggior parte delle volte, erano gli stessi acquistati in occasione del loro matrimonio. Per tale ragione, ancora oggi, i componenti delle Maestranze indossano un elegante abito nero. Ciò che, invece, è cambiato rispetto alla processione che aveva luogo già intorno al 1750 è che ai tempi le milizie marciavano armate.

Il nome “Real Maestranza” fu scelto da Ferdinando di Borbone, quando nel 1806 assistette per la prima volta a questa tipica processione di Caltanissetta.

LA REAL MAESTRANZA OGGI

La figura più importante della Real Maestranza è il Capitano: egli viene eletto annualmente dai componenti delle dieci corporazioni artigiane, insieme allo Scudiero che porta lo scudo della Real Maestranza, all’Alfiere maggiore che regge lo stendardo con i simboli delle dieci categorie, ai Portabandiera e agli Alabardieri che recano un’alabarda per ricordare l’armamento dell’antica milizia.

La mattina del Mercoledì Santo il “Gran Cerimoniere” veste il Capitano, insieme ai familiari di quest’ultimo, con la Marsina (un tradizionale abito settecentesco). Egli sfilerà, inoltre, con: lo spadino dall’elsa dorata, la feluca con piuma nera, la coccarda tricolore e le scarpe di pelle con fibbia dorata. Le corporazioni artigiane, nel frattempo, si riuniscono sotto l’abitazione del Capitano, attendendo il suo saluto dal balcone e il suo arrivo, preannunciato da tre squilli di tromba.

Successivamente la Real Maestranza si reca al Municipio e qui il sindaco consegna le chiavi della città al Capitano fino alla Domenica di Pasqua. Dal Municipio le maestranze si spostano verso la Biblioteca Scarabelli dove, intorno alle 11:15, il suono dei tamburi segna l’inizio della processione penitenziale e la accompagna per tutta la durata del percorso verso la Cattedrale della città.

In questa prima “fase” del corteo domina il colore nero, in segno di lutto per la morte di Gesù così annunciata dalla Real Maestranza. Il Santissimo Sacramento, ossia il Crocifisso portato dal Capitano, è ricoperto di un velo nero; lo stendardo e lo scudo raffiguranti il simbolo di Caltanissetta e i ceri recati in mano dai “Mastri” sono adornati con nastri neri. Anche i guanti, le calze e le cravatte di tutti componenti delle maestranze sono neri.

Giunti in Cattedrale, la Real Maestranza abbandona il colore nero per prepararsi ad annunciare la Pasqua, ormai vicina, e la liberazione degli uomini dal peccato. Pertanto, in questa seconda fase, che ha inizio a Mezzogiorno, il Capitano indossa le calze bianche, i “Mastri” cambiano i guanti, le calze e le cravatte neri con quelli bianchi, tutti i nastri neri vengono tolti e il S.S. viene svelato e portato per un tratto del centro storico dal Vescovo sotto il suono delle campane. Infine, dopo la benedizione da parte del Vescovo, la Real Maestranza si scioglie e si ricompone il Venerdì Santo per accompagnare la processione del Signore della città.

LE VARICEDDE

La sera del mercoledì santo si svolge la processione delle Varicedde, termine che nel dialetto nisseno vuol dire “piccola Vara”. Si tratta, infatti, di 19 piccoli gruppi sacri, realizzati dall’artista nisseno Salvatore Capizzi e dagli scultori Emma di san Cataldo, che rappresentano i principali momenti della passione di Cristo.

In ordine di sfilata, queste piccole vare, sono:

  • “La cena”: durante l’ultima cena Gesù annuncia che qualcuno degli apostoli lo tradirà;
  • “L’adorazione nell’orto”: Gesù prega nell’orto degli ulivi e un angelo gli porge il calice della passione, segno del volere di Dio;
  • “La cattura”: Gesù viene catturato nell’orto degli ulivi in seguito al bacio di Giuda;
  • “Il Sinedrio”: Gesù viene interrogato dal sommo sacerdote Caifa e dagli anziani del tempio;
  • “La flagellazione”: Gesù è legato alla colonna mentre due flagellatori lo percuotono. Vi sono inoltre un soldato che controlla l’esecuzione della punizione e un giudeo che intreccia la corona di spine;
  • “Ecce homo”: Pilato mostra Gesù alla folla che lo indica in segno di condanna;
  • “La condanna”: Pilato si lava le mani in una bacinella mentre Gesù si trova legato di fronte a lui. Due soldati lo sorvegliano, un membro del tribunale legge la sentenza e un centurione indica la via del Calvario;
  • “La prima caduta”: Gesù cade lungo la via del Calvario e un soldato lo percuote;
  • “Gesù incontra la madre”: Gesù cade per la seconda volta e incontra la madre che gli porge le mani mentre altre donne la trattengono. Questa scena non ha una corrispondente Vara;
  • “Il Cireneo”: Gesù si rialza con l’aiuto di un uomo di nome Simone di Cirene mentre viene percosso da un soldato;
  • “La Veronica”: durante la terza caduta una donna di nome Veronica asciuga il sangue presente sul volto di Gesù;
  • “Lo spoglio”: Gesù viene spogliato prima della crocifissione mentre due uomini collocano il cartello “I.N.R.I” sulla croce. Questa varicedda non ha una Vara corrispondente;
  • “Gesù è inchiodato sulla croce”: due giudei si occupano di inchiodare Gesù sulla croce mentre un soldato controlla l’esecuzione. Anche questa scena non è rappresentata in nessuna Vara;
  • “Il Calvario”: Maddalena abbraccia la croce mentre la Madonna, Maria di Cleofe e Giovanni fissano Gesù sulla croce in lacrime;
  • “La deposizione”: Gesù viene calato dalla croce da Giuseppe, Nicodemo, due Giudei, Maria e Giovanni;
  • “La pietà”: Maria tiene suo figlio sulle sue gambe; Maddalena tiene le mani di Gesù e Giovanni assiste alla scena;
  • “La traslazione”: Maria, Giovanni, Giuseppe e Nicodemo trasportano il corpo di Gesù al sepolcro mentre Maddalena è in disparte;
  • “La Sacra Urna”: Gesù è coperto da un velo e posto all’interno di una preziosa urna sulla quale è collocato un Angelo con in mano la scritta latina “Sarà il suo sepolcro glorioso”;
  • “L’Addolorata”: Maria, coperta con una manto nero e con un fazzoletto tra le mani, osserva i segni della passione come la croce, la sindone, i flagelli, la corona di spine e la veste di Gesù. Un Angelo reca in mano la scritta latina “La tua tristezza è immensa come il mare”.
Settimana Santa di Caltanissetta: "L'Adorazione nell'orto" e "La Cattura"
“L’Adorazione nell’orto” e “La Cattura”
Settimana Santa di Caltanissetta: "Il Calvario" e "La Deposizione"
“Il Calvario” e “La Deposizione”

I materiali utilizzati per la realizzazione di questi gruppi sacri sono: la terracotta per le teste, le mani e i piedi; il legno per le strutture e la cartapesta per i panneggi. Ogni varicedda, collocata su carrelli e spinta da gruppi di uomini, è stata affidata a privati che si occupano della decorazione, della manutenzione e della conservazione presso le loro abitazioni.

La processione ha inizio alle 20:00, parte da piazza Garibaldi e, dopo un giro per le vie del centro, termina nello stesso punto durante la notte in seguito ad uno spettacolo pirotecnico. Ogni piccola vara è preceduta da una banda musicale che ne accompagna il passo.

SETTIMANA SANTA A CALTANISSETTA: GIOVEDÌ

LE VARE

Di buon mattino le Vare, ossia i 16 gruppi sacri a grandezza naturale che raffigurano i momenti della Passione di Gesù, vengono esposte in varie vie della città, adornate con fiori e illuminate per la sera. Esse, ad eccezione de “La Traslazione”, sono state realizzate da Francesco e Vincenzo Biangardi nella seconda metà del XIX secolo.

Al tramonto i 16 gruppi vengono disposti attorno alla fontana del Tritone in piazza Garibaldi e cominciano a sfilare per le principali vie della città. Ogni Vara è accompagnata da una banda musicale e preceduta da un gruppo di ragazzi con un saio bianco. Essi portano in mano ceri, “bilannuna” (grossi ceri avvolti in un copri candela in cartone) e bengala (bastoni con in cima una candela che illumina le Vare e produce fumo). Durante la processione sono previste delle soste caratterizzate da spettacoli pirotecnici. A notte inoltrata i grandi gruppi sacri si ritrovano nuovamente in Piazza Garibaldi, nelle posizioni di partenza, e da qui si preparano per la “Spartenza” ossia per la loro silenziosa separazione per le vie di Caltanissetta.

Di seguito trovate un video che narra in breve la storia della processione delle Vare e che mostra alcuni dei momenti più suggestivi.

SETTIMANA SANTA A CALTANISSETTA: VENERDÌ

LA PROCESSIONE DEL CRISTO NERO

La processione del Venerdì santo è la più sentita di Caltanissetta ed è conosciuta come processione del Cristo Nero o del Signore della città. Si narra, infatti, che il Cristo Nero, così chiamato per via del colore del suo legno, fu rinvenuto in una grotta presso il monte Sabucina da due fogliamari (raccoglitori di erbe amare). Essi lo portarono nella chiesa di San Nicolò, da quel momento ribattezzata come “Chiesa del Signore della Città” poiché il Cristo Nero rimase custodito lì. Inoltre, egli divenne il patrono della città.

Nel pomeriggio del Venerdì Santo il crocifisso viene portato in processione per il centro storico su un baldacchino d’oro caricato in spalla dai “Fugliamara”. Il corteo viene aperto dalla Real Maestranza, i cui componenti indossano nuovamente guanti e cravatta neri e portano lance avvolte da nastri scuri.

Durante la processione i Fogliamari intonano “Lamintanze” (canti popolari sulla Passione di Cristo) e molte persone seguono il Crocifisso a piedi scalzi per chiedere una grazia o per ringraziarlo di una grazia ricevuta. Infine, dopo la preghiera del Vescovo, il corteo si scioglie e il Cristo Nero ritorna nella sua chiesa.

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Fonti:

http://lamiasettimanasanta4g1.blogspot.com/

https://www.lasettimanasantacl.it/

https://www.theworldofsicily.com/eventi-in-sicilia/settimana-santa-di-caltanissetta/

5 Comments

  1. Agnese

    È sempre affascinate immergersi in queste tradizioni. In particolare, mi hanno molto incuriosita “le varicedde”. Mi colpisce come fede e tradizione siano diversi pur trattando lo stesso argomento. Tutte le volte che leggo i tuoi articoli nasce un naturale confronto con il mio paese, infatti è stato inevitabile pensare alle tradizioni pasquali Adranite come “i diavulazzi i pasqua” e “l’angelicata”, chissà, potrebbe essere uno spunto per un futuro articolo, a presto!

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  2. Marianna

    Complimenti per l’articolo, hai avuto un’ottima idea ed è sempre bello ricordare le proprie tradizioni! Non conoscevo la festa di questo Santo patrono ma mi ha decisamente incuriosita, le immagini e il video rendono il tutto molto suggestivo, sembra quasi di essere lì!

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  3. Francesco Nicotra

    Complimenti bellissimo articolo. Non ho mai presenziato alla settimana Santa a Caltanissetta, mi hai incuriosito. BELLISSIMO BLOG 😁!

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  4. Simona

    E’ sempre un piacere leggere e informarsi sulle tradizioni nei nostri luoghi siciliani. Conosco perfettamente la Settimana Santa di Caltanissetta e ogni anno è un’immensa gioia viverla. Purtroppo quest’anno non è stato possibile svolgerla, ma ci rifaremo!

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  5. Emanuele

    Bellissime le foto e i video che hai inserito. Sei stata brava a rappresentare questa festa tradizionale che rappresenta Caltanissetta! Complimenti per il tuo articolo e per il blog pieno di cultura e tradizione!

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